Riflessioni di una giovane
nel 2024 a una giovane di 50 anni fa
“Federazione sindacale, partiti, associazioni sociali che costituiscono il comitato di solidarietà con il
popolo palestinese (…) invitano tutti i cittadini e lavoratori a richiedere l’intervento del governo italiano
per dare un contributo sul piano internazionale perché si determinino le condizioni atte alla cessazione
del massacro in atto, all’apertura di negoziati di pace…” Scrivevano così circa 50 anni fa sul Corriere del
Verbano, precisamente nel 1976.
Il senso di unione, di solidarietà che si evince da queste parole è lampante. Sarebbe auspicabile che si
tornasse a un’unione d’intenti.
La Terza Marcia Mondiale per la PACE e la NONVIOLENZA partirà da San Josè de Costa Rica il 2
ottobre 2024, Giornata internazionale della NONVIOLENZA: 5 continenti saranno attraversati; il termine
sarà nel medesimo luogo il 5 gennaio 2025. Messaggio principale della marcia, come le due
precedenti, sarà il concetto, oltre che vero e proprio movimento, della nonviolenza attiva, intesa
come unico e solo modo di relazionarsi.
Una consapevolezza della nonviolenza è possibile? Riusciremo a raggiungere quest’obiettivo,
rendendolo uno stile di vita, proprio come siamo riusciti a sviluppare e diffondere una coscienza
ecologica, solo agendo in maniera attiva.
Le trasformazioni di costume sono veloci, un tempo attraversavano lunghi periodi, addirittura
generazionali, e si trattava di mutamenti graduali, senza consapevolezze particolari. Oggi non è più
così grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, oltre che all’accesso istantaneo delle informazioni.
Ciò ci consente di avere una migliore visione d’insieme e dei costumi che cambiano, e di
conseguenza avere maggiore fiducia nelle nostre azioni: quanto possono davvero fare la
differenza!
I giovani sono la matrice del cambiamento, consci della propria identità e della mente aperta che li
caratterizza. Proprio come i ragazzi di 50 anni fa, quelli di oggi sono attivi e desiderosi di
manifestare per un tema più attuale che mai, come la questione palestinese. Comprendiamo come
riportato dal Corriere del Verbano qui sopra citato infatti, come l’Italia fosse a conoscenza
dell’argomento sin dal ’76, e questo dimostra la presa di coscienza dei giovani di una volta, come
di adesso.
Ecco perché è di vitale importanza concedere loro più spazio e fiducia: questo infatti, è un’ulteriore
obiettivo della Marcia.
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