
L’uomo è tecnica. È la pandemia a svelarcelo.
Siamo più immersi nella tecnologia di quanto possiamo pensare.

Da quando è iniziata la pandemia da Covid-19, con il conseguente periodo di lockdown che ci ha costretto a una condizione di reclusione forzata, mi accorgo di quanto sia stato fondamentale e di più, di vitale importanza, la tecnologia. La televisione, senza accorgercene, è diventata una presenza costante e protagonista assoluta nelle nostre case; non che prima della pandemia non lo fosse, ma anzi, quest’ultima l’ha piuttosto svelata, tant’è che anche i giovani si sono accorti d’un tratto della sua presenza, fino ad allora piuttosto invisibile. Per non parlare di computer, tablet, cellulari, mezzi divenuti indispensabili per poter accedere alla propria istruzione. Ritengo che la storia dell’uomo sia essenzialmente la storia della tecnica, o meglio, che quest’ultima ne rappresenti propriamente l’origine, e che questa pandemia ce lo abbia svelato.

L’uomo e il nostro pianeta
Il fatto che il nostro pianeta oggi stia risentendo di un forte spaesamento, come un’estraneità di fondo, deriva proprio dal fatto che l’uomo oggigiorno continua a pensare a sé stesso come un agente nel mondo, pensando di poterlo manipolare. Ma nell’uomo è costitutiva un’appartenenza originaria allo spazio condiviso, ed essa è la condizione stessa di esistenza dei fenomeni. L’uomo poté definirsi tale quando venne raggiunta la posizione bipede; egli infatti, liberandosi dai vincoli del corpo e liberando le mani poté entrare nello spazio condiviso e, agire. Fu quindi la mobilità, e dunque il fare tecnico, a essere determinante per l’evoluzione biologica, come sosteneva il paleontologo e antropologo Leroi-Gourhan.
L’uomo tecnologico
Siamo dunque più immersi nella tecnologia di quanto possiamo pensare; questa pandemia ha potuto svelarla e ci ha introdotti in una nuova era, nella quale il digitale sta ancora definendo e ridefinendo le proprie potenzialità. Non possiamo sottrarci a questo disvelamento, perché quello della tecnica è un destino inevitabile. È incredibile: la tecnologia è il modo naturale dell’uomo di stare al mondo, natura e tecnica non si escludono ma sono intrinsecamente connesse. È un cerchio che si chiude: come all’origine del mondo troviamo i simboli primordiali utilizzati dai primitivi per comunicare, così stiamo tornando ai simboli del digitale, che ci condurranno a indossare completamente il virtuale, giungendo nuovamente agli albori. Credits © Sara Pereira da Silva
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Sara Pereira da Silva
Nasce a Roma il 3 giugno 1995, si trasferisce successivamente a Luino, dove risiede attualmente. Ha conseguito il diploma di maturità scientifica al liceo Vittorio Sereni di Luino nel 2014, e nel 2019 consegue la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi sulla tecnologia in Peter Sloterdijk. È da sempre fiduciosa nei nuovi mezzi tecnologici e di comunicazione, i quali potranno aiutarci a risollevarci dalla crisi umanitaria nella quale ci troviamo.