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La cascina dei Gobbi

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Libro di Lucia Spezzano con la collaborazione della Comunità operosa del Verbano.

Disegni di Marta Simonetta

Una nuova favola è nata dalla penna poetica e fantasiosa della scrittrice Lucia Spezzano: si tratta de “La cascina dei gobbi”, un racconto che parla della Natura e della necessità della sua salvaguardia, attraverso le vicende del gobbo Gesualdo e del folletto Ersinio, abitante del “tiglio dei gobbi”, che aiuterà il vecchio contadino a far risorgere l’antica terra dei Gobbi, “così come doveva essere un tempo”.

In realtà, questa favola ecologica, pubblicata dalla Casa Editrice Costruttori di Pace, è frutto di due collaborazioni speciali: quella tra l’autrice e la giovane illustratrice Marta Simonetta, che, con i suoi disegni a matita, rigorosamente in bianco e nero, ha dato un volto ai protagonisti e ai luoghi della vicenda, e quella con la “Comunità operosa Alto Verbano”.

Quest’ultima ha inserito un’appendice dedicata alle “Dieci buone pratiche e azioni per le famiglie e i bambini per la salvaguardia dell’ambiente” e un decalogo stampabile con le buone azioni che i bambini possono applicare settimanalmente per contribuire a mantenere in salute l’ambiente.

Un libro di sole 24 pagine, ma in grado di nutrire la fantasia, di far riflettere sul mondo di oggi, di far scoprire (o riscoprire) un universo bambino che a volte, come per gli elfi e i folletti delle migliori tradizioni irlandesi, riesce a manifestarsi ai grandi e a farsi ascoltare.

“I folletti sono tutti bambini che non hanno potuto crescere con il loro corpo e allora sono cresciuti con l’albero in un’altra dimensione, ma non hanno mai dimenticato di essere bambini e come i bambini qualche volta sanno essere anche dispettosi, permalosi e persino necessariamente crudeli”.

Così spiega Ersinio al vecchio Gesaldo, abituato a “uniformarsi solo alle leggi di natura” e unico superstite di una generazione contadina scacciata dall’incalzare prepotente della città, “espansa a dismisura… ingoiando senza pietà… il gaio borgo dell’operosa gente”.

“Rassegnati Gesaldo… il mondo è cambiato e non sarai tu a fermarlo”, gli sibilavano nelle orecchie coloro che volevano cacciarlo dalla sua terra e proprio l’abbattimento del vecchio tiglio, che fino a quel momento gli aveva permesso di resistere alle lusinghe della civiltà del progresso, sarà la scintilla della sua ribellione.

Di fronte alla Natura calpestata, come non sentirsi impotenti ed emarginati, vittime dell’egoismo e dell’ipocrisia, come Gesaldo, che pure “con il suo ingegno e la sua forza faceva paura ai vili e impensieriva i potenti”?

Ma di fronte al suo amato tiglio abbattuto, l’intensità delle sue emozioni gli permetterà di vedere l’invisibile: il folletto Ersinio, che lo aiuterà a compiere “il capolavoro”, cioè compiere il miracolo di restituire all’ambiente ciò di cui era stato derubato.

È una favola a lieto fine, quella di Lucia Spezzano, scritta con un linguaggio semplice, scorrevole, ma non banale, in grado di attirare l’attenzione dei lettori più attenti anche con qualche parola in dialetto e alcuni termini in disuso, che tuttavia possono stimolare la curiosità di scoprirne il significato.

Ma l’aspetto più affascinante di questo testo è il grande formato, che ricorda quello dei big books di tradizione anglosassone, contenenti fiabe da sfogliare e da leggere ad alta voce a piccoli gruppi di bambini, seduti in cerchio, che ascoltano e osservano le belle variopinte illustrazioni che accompagnano il racconto o affascinanti disegni da colorare in un secondo tempo, come nel caso dei suggestivi disegni di Marta Simonetta.

Ecco allora che la favola si trasforma in un’antica melodia da intonare, perché gli anziani possano consegnarla in eredità ai giovani, per mantenere la memoria del passato e trasferirne i valori nel futuro.

Questo testo ha risvegliato ricordi d’altri tempi, quando la tecnologia non aveva ancora monopolizzato la nostra vita e non si era ancora sostituita alla funzione educativa dell’adulto e della scuola.

Erano tempi in cui non avevamo dovuto, nostro malgrado, abdicare alla regola del distanziamento sociale imposta dall’emergenza sanitaria che sta vivendo il mondo e di cui temiamo non si possa vedere la fine.

“Raccontami una storia”… Non dobbiamo dimenticare questa semplice ed immediata formula magica, che ha accompagnato intere generazioni di bambini lungo il sentiero dell’infanzia, tenendoli per mano nel loro percorso di crescita.

Né dovremmo rimanere imprigionati nel circolo vizioso di quella diabolica filastrocca:  “C’era una volta un re, seduto sul sofà, che disse alla sua serva: raccontami una storia! E la serva incominciò: – C’era una volta un Re…”, che ripete all’infinito un incipit che non porta a nulla, eppure si continua ad ascoltare nella speranza che qualcosa finalmente possa cambiare.

“Leggere le favole ai bimbi per aprire le porte alla loro fantasia”. Così ci ricorda Lucia Spezzano, ma nel suo libro troveremo anche il suggerimento per diventare noi stessi gli autori di quel cambiamento tanto agognato, se seguiremo i suggerimenti della Comunità Operosa Alto Verbano per “una transizione verso una società decarbonizzata e sostenibile, tramite azioni personali e collettive guidate da politiche locali e nazionali che, oltre all’informazione e all’approfondimento, si occupino di mitigazione e adattamento”.

 Il libro “La cascina dei Gobbi”, di 24 pagine in formato A4 in bianco e nero, ha un costo di copertina di 6,00 € e può essere acquistato qui oppure presso Maria Terranova, indirizzo mail mterranova@outlook.it

Credits © Marina Perozzi

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