
La camorra uccide, il silenzio pure

Napoli è una città “abbracciata”, ma non sempre si abbraccia per proteggere, spesso lo si fa per stritolare, per chiudere, per mistificare. Non la città è responsabile, ma le persone incapaci di vedere il bene e il bello, ma vigili a proteggere solo se stesse senza riuscire a fare rete. Ecco, questa è la camorra: il potere subdolo che sfrutta l’ignoranza morale delle persone. Difatti, chi lotta per l’onestà e vigila sull’integrità, è una specie di alieno che alcuni spedirebbero sul pianeta sconosciuto da cui proviene anche se non è venuto a portarci guerra ma pace, non prepotenza ma giustizia, non odio ma onestà. Napoli, però, non è solo terra di camorra, ma di eroi silenziosi che nel quotidiano vivono e agiscono per opporsi alla violenza e al degrado e la cui unica “colpa” è la fedeltà alla verità, alla giustizia, all’onestà. Napoli è scegliere ogni istante da che parte stare nella consapevolezza che la storia inizia da noi e la cambiamo noi in ogni istante e a partire dalla formazione dei giovani. La camorra, infatti, prima che un fenomeno criminale, è un fenomeno culturale; la scuola è la sede ideale per imparare a combatterla conoscendola.
Perché parlare di camorra ai ragazzi
Parlare di camorra non è argomento facile. Parlarne con i ragazzi lo rende ancora più complesso per la scelta delle parole, del linguaggio, perché ci si scontra con la preesistente educazione familiare e sociale circa l’argomento. Eppure, parlarne è un must, un imperativo, perché non si pensi alla criminalità organizzata come a qualcosa di distante da noi, essa è in mezzo a noi e si nutre della nostra inconsapevole o meno fragilità, superficialità, sfiducia nelle persone e nello Stato.
“La camorra uccide… Il silenzio pure” nell’evidente riferimento a una delle espressioni più citate di Peppino Impastato «la mafia uccide, il silenzio pure» è una dichiarazione di intenti e anche l’impegno a formare le giovani generazioni affinché sappiano riconoscere i segnali malavitosi in tante espressioni del quotidiano che affascinano e abbagliano, per questo corrompono.

Come vivono la camorra i ragazzi

Se ripenso al mio parlarne in classe con i miei studenti, mi ritornano le loro voci che alla domanda “Che cosa è la camorra?” Risposero con parole spesso ripetute in famiglia o per la strada o nelle recenti serie televisive di cui conoscono a memoria ogni battuta e che sono capaci di imitare perfettamente nella gestualità e nei toni. Una responsabilità che i mass media non dovrebbero trascurare! A camorra so sord’… ‘A camorra è droga… ‘A camorra è a fatica… ‘A camorra protegge… ‘A camorra so femmene accussì… ‘A camorra è a munnezza… ‘A camorra è ‘a politica… ‘A camorra è una montagna di merda, professoré.
Tutti gli elementi attorno e dentro di loro, eppure, incapaci di vincere il silenzio dello sgomento e della paura, o, al contrario, troppo attratti da un mondo che promette tutto senza che si rendano conto che gli sta togliendo tutto, la vita. Per questo è importante parlare con i ragazzi, perché è testimoniare loro di una possibilità, è coinvolgerli in un cambiamento, educarli.
Educare i ragazzi a non tacere

Credits © Loredana De Vita
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