Questo sarà un anno difficile da dimenticare.
Il mese di febbraio è stato un vero spartiacque tra la routine di tutti i giorni ed una situazione inaspettata di timore; il tutto a causa di un virus venuto da lontano ma diffusosi così facilmente, segno anche questo della globalità della nostra epoca.
Una situazione che ha stravolto tutto e che ha cambiato le nostre abitudini, chissà quanto e fino a quando.
Una situazione che abbiamo pagato moltissimo.
Nel quadro dell’emergenza, anche la scuola ha dovuto correre ai ripari, imboccando un percorso diverso, inimmaginabile, l’unico possibile.
Per non vanificare l’intero anno scolastico, per non abbandonare gli alunni ed anche per dare ai ragazzi un senso di normalità, in un periodo assolutamente fuori dal normale, tra mille difficoltà, anticipi e ritardi, la scuola si è mossa per attivare la tanto discussa didattica a distanza DAD.
In questo articolo vorrei condividere con voi la mia esperienza di insegnante di Chimica, in un Istituto Tecnico Industriale della provincia di Varese. Parliamo quindi di ragazzi di scuola media superiore, con caratteristiche ed esigenze diverse dai ragazzi delle medie ed, ancora di più, dai bambini delle elementari.
Parliamo quindi di ragazzi e ragazze che sono abbastanza grandi da potersi gestire da soli nei collegamenti alle video lezioni, con una buona dimestichezza nell’utilizzo del computer e di tutti gli altri dispositivi, tablet e smartphone, d’altronde stiamo o non stiamo parlando della cosiddetta generazione informatica.
Tutti, chi più chi meno, dagli alunni agli insegnanti, sono certo che, ad un eventuale sondaggio, risponderebbero senza esitazione di preferire la didattica in aula piuttosto che su google meet, cosi come compiti assegnati alla lavagna, magari quella interattiva LIM, o quella con i gessetti o una qualunque lavagna, piuttosto che su classroom.
La didattica a distanza è impegnativa, non si può fare per lunghi periodi, ma sfatiamo un mito: si possono fare lezioni online in maniera proficua e costruttiva.
Chi insegna oggi sa bene che la situazione nelle aule non è sempre idilliaca, i ragazzi sono spesso distratti, non danno la giusta importanza alla scuola; distratti da troppe cose, dai videogiochi ai social, e sopratutto si lasciano troppo spesso trascinare verso comportamenti che sono tutto tranne che di responsabilità e rispetto.
L’aggregazione e la socialità sono valori fondamentali ma devono esserlo al pari dell’individualità e dello sviluppo di ciascuno.
Questi mesi di didattica online hanno sicuramente responsabilizzato maggiormente tantissimi ragazzi e ragazze; quelli che studiavano, pur con i periodi di alti e bassi legati alla giovanissima età, hanno continuato a farlo. Tanti sono migliorati, ci hanno messo più attenzione e più impegno; qualcuno, fortunatamente una minima parte, ha invece pensato di poter approfittare della situazione, le notizie ” tutti promossi” le ascoltavano anche loro.
Comunque tanti aspetti positivi, che sarebbero opportuno considerare, nell’ottica di un utilizzo parziale anche in futuro possibilmente senza corona virus.
Credits © Giuseppe Politi
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