

Ci sono giorni in cui più forte avverto una sorta di pesantezza all’atto dello scrivere di mafia. Una pesantezza che non nasce dalla mancanza di argomentazioni su cui disquisire, ma da quell’inquietudine interiore che mi pervade l’anima ogni qualvolta mi ritrovo a scrivere di quel fenomeno criminoso definito mafia. Forse perché temo di divenire noiosa, ridondante, ripetitiva o forse perché, semplicemente, temo che il mio grido di allarme non trovi ascolto. Un ascolto che vorrei, che quasi ossessivamente cerco, perché vorrei che si acquisisse la consapevolezza che la mafia non è un fenomeno lontano da noi ma vicino a noi. Scrivo “vicino a noi” perché, sebbene la mafia abbia imparato a mimetizzarsi perfettamente in tutti i gangli vitali della nostra società, ci sono alcuni elementi che, ad un osservatore attento, non possono sfuggire.
https://calabria.live/ossigeno-illegale-di-nicola-gratteri-e-antonio-nicaso/
La mafia non ha mai esaurito il suo desiderio di scalare la piramide sociale e, seppure io faccia fatica ad ammetterlo, “non si è sviluppata nel vuoto delle istituzioni, ma al loro interno, grazie a collusioni, corruzioni e sperpero di denaro pubblico”.
Come mettono in risalto Nicola Gratteri e Antonio Nicaso all’interno del loro libro Ossigeno illegale, “quella ‘zona grigia’ è riuscita a sopravvivere a due guerre mondiali e a vent’anni di dittatura fascista. Sempre lì, pronta a cambiare casacca, a riciclarsi, a trovare nuove alleanze, nuove opportunità per trarre vantaggi”. Vantaggi che è sempre stata in grado di accaparrarsi anche e soprattutto grazie al suo grande “pacchetto” di voti che ha sempre elargito al maggior offerente.
Quando scrivo “maggior offerente” mi riferisco a quei politici che le hanno garantito non soltanto appalti pubblici, ma acquisizione di potere attraverso un collaudato sistema clientelare che ha portato al suo rafforzarsi, al suo insinuarsi all’interno delle istituzioni e in tutti i gangli vitali della nostra società. Una società che stenta a riconoscerla, a comprenderne le dinamiche e a contrastarla. Un contrasto che, però, è necessario se non vogliamo lasciare in eredità una società marcia alle generazioni che verranno. Generazioni che hanno il sacrosanto diritto di vivere in una società sana e che non li privi di quella linfa vitale necessaria per crescere in un mondo onesto…
Credits © Catena Cancilleri
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