

Ho sempre apprezzato la “diversità”. Forse perché l’ho sempre vissuta come fonte di ricchezza o forse perché, semplicemente, mi è stato insegnato che la “diversità” è relativa. Scrivo “relativa” perché relativi sono quegli “elementi” che ci contraddistinguono gli uni dagli altri. Possiamo essere diversi fisicamente, caratterialmente, emotivamente, ma c’è una cosa che ci rende tutti uguali: l’essere Uomini. Quando scrivo “l’essere Uomini” non mi riferisco soltanto alla nostra specie di appartenenza ma anche alla nostra capacità di raziocinio, al nostro intelletto. Ed è proprio l’intelletto che ci consente di esplorare dentro noi stessi e di affacciarci al mondo sempre con occhi lucidi e attenti. Ed è ai nostri occhi che dobbiamo affidare le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre azioni, la nostra coscienza.
Solo se siamo in grado di vedere noi stessi saremo capaci di vedere gli altri e a tendere verso quel bene universale che comunemente viene definito fratellanza.
Ed è proprio questo sentimento, la fratellanza, che ci consente di apprezzare le persone “diverse” da noi vivendole come affini e reciproci a noi. Avvicinarci ad esse senza alcun preconcetto è fondamentale per comprendere meglio la loro cultura, il loro pensiero e la loro crescita civile, sociale, personale. Una crescita che deve essere comune perché comune è il cammino, il loro e il nostro. Camminare in questa prospettiva significa essere capaci di intraprendere quel meraviglioso viaggio che ci porterà alla scoperta degli “Altri da noi” e a colmare l’ignoranza nei confronti di quell’ignoto che così ignoto non è.
Non è difficile!Basta semplicemente assecondare la nostra naturale predisposizione verso l’Altro e affidarsi ai più giovani. Sono loro il futuro e, soprattutto, sono loro a non possedere gli stessi stereotipi e gli stessi pregiudizi delle vecchie generazioni. A differenza nostra i giovani sono cresciuti e stanno crescendo in una società multietnica e multiculturale e, se noi adulti saremo capaci di educarli all’accoglienza e al rispetto dell’Altro da sé, concetti come fratellanza, solidarietà, sostegno reciproco, non saranno più parole sterili e prive di significato, ma la naturale evoluzione della civiltà. Basta veramente poco! Basta semplicemente non inculcare loro le nostre sovrastrutture, ossia quei preconcetti che ci inducono a fomentare l’odio razziale…
Credits © Catena Cancilleri
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