Il caso ha voluto che proprio all’inizio di questo caotico 2020 tornassi nel paese dove passai la mia infanzia e adolescenza, Mitù Vaupes, nel cuore dell’Amazzonia colombiana. Lo scopo del viaggio è consegnare parte dei 200 kit scolastici che ogni anno l’ Associazione Costruttori di Pace, con sede a Luino, dona in Colombia.
Scendendo dall’aereo noto subito che a bordo pista manca il vecchio rottame del DC3 targato “Selva 2020”, teatro delle nostre marachelle infantili e dove tutti abbiamo lasciato parte della nostra gioventù. Questo aereo doveva essere il soggetto di partenza per la storia che volevo scrivere sulla colonizzazione dell’Amazzonia colombiana, raccontata dal punto di vista dei coraggiosi piloti che a bordo di aerei della seconda guerra mondiale ne sorvolarono la foresta.
Fu proprio con il loro arrivo, fin dagli anni 60’, che iniziò il declino delle comunità indigene: caccia alle pelli preziose e conseguente decimazione della fauna; schiavitù della popolazione locale per sfruttare le risorse naturali come la gomma vegetale; a causa ancora oggi di una comunità avida di denaro, corrotta e alcolizzata; miniere illegali d’oro che contaminarono i fiumi; deforestazione per il legname e trivellazioni petrolifere.
Scosso dai recenti avvenimenti globali, decido invece di concentrare la storia sulla popolazione indigena con cui sono cresciuto, consapevole che bisogna fare qualcosa per preservare questa fonte di saggezza ancestrale.
Perciò mani all’opera diventa missione di primordine ridare vita alla vecchia associazione che mia madre aveva avviato nel lontano 1985, allo scopo di difendere i diritti degli indigeni.
Funvacu (Fondazione di Carità Universale Cattolica per il Vaupes) ha sede a Mitù ma ha chiuso le porte da oltre 10 anni. Ciò che ne rimane è un gran casolare in legno e mattoni, con un terreno circondante, il tutto completamente da ristrutturare. Questa eredità è il nostro punto di partenza.
Mitù, capoluogo del Dipartimento Vaupes e raggiungibile via aerea direttamente dalla capitale Bogotá, è oramai una cittadina in ascesa verso la modernità e le varie comunità sparse lungo il fiume seguono il corso del progresso. Nell’intero Dipartimento esistono più di 200 gruppi etnici e linguistici che poco a poco stanno abbandonando tradizioni e lingue, dimenticando miti e leggende che andrebbero tramandate ai giovani.Vivono appesi a un fragile equilibrio tra modernità e tradizioni, in un’armonia che rischia di scomparire, così come la loro foresta incontaminata, piena di meraviglie naturalistiche, fiumi, grotte, colline, petroglifi e luoghi sacri per la loro esistenza.
Credits © Leonardo Valderrama
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