Come ogni anno don Gianni Bianchi, parroco di Cadegliano-Viconago (VA), è pronto per partire per le missioni del Karamoja in Uganda dove segue molti bambini e ragazzi con gli aiuti di famiglie italiane. Grazie a questo sostengono a distanza, alcuni sono diventati medici, infermieri, insegnanti … e danno il loro contributo allo sviluppo della regione più povera dell’Uganda.
“Voglio dire qualcosa della storia di Mauro, un mio amico karamojon.
Appena nato, era destinato a morire perché la mamma era morta al momento del parto: così era, e forse lo è ancora, la dura legge tribale. Per fortuna sono intervenute le suore!
E non è l’unico “figlio” salvato dalle suore; nel caso
di Mauro sono state suor Stella e suor Lorenziana che poi l’hanno affidato ad Anna, che aveva già due figlie della stessa età; è cresciuto ad Um-um ed ha avuto vitto e scuola pagati dalle suore; ora lavora per suor Jessica al dispensario ed ha impiantato casa e famiglia.
Moses
E mi sovviene, carissimi miei lettori, che una volta ad Um-um suor Maria Marrone mi aveva fatto comperare un terreno che voleva donare alla sorella di Anna perché rimanesse all’amministrazione del dispensario di Kanawat; non è rimasta perché è stata assunta da Oxfam, un’importante ONG internazionale, e quindi potrei andare a controllare il mio possedimento oltre il mercato di Um-um, quasi vicino al villaggio dello sciamano che viene da molti anni alla messa domenicale per la “preghiera laica”
Di fronte a Mauro, abita un altro amico, Kizito,è un poliomielitico che gira con
una bicicletta a tre ruote azionata dalle braccia e con un grosso ripiano sul quale appoggia la sua mercanzia da rivendere.
Sul suo “mercato ambulante” ha sempre di riserva anche la birra locale trasgredendo alle raccomandazioni di suor Antonietta, che gli ha fatto costruire la casetta (anche
con la nostra partecipazione nel finanziamento).
Ad Um-um ho molti altri conoscenti ed amici; se li elenco me ne dimenticherò qualcuno sicuramente. Il villaggio ha cominciato ad esistere con l’arrivo delle suore e la costruzione del dispensario. Poi è stata costruita la scuola primaria e le case dei maestri. La trasformazione è completa quando l’amministrazione trasporta il mercato settimanale da quelle parti.
Vengono installati due mulini per la macina di sorgo e granoturco. Ora la parola Um-um è stravolta; perché nella lingua locale significa “bisbiglio” che valeva per quando è iniziato il villaggio e soprattutto alla sera, alla fioca luce di qualche fuoco, si radunava la poca gente che c’era.”
Credits © Don Gianni Bianchi
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