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Morti per l’Italia

Caduti per la liberazione dell’Italia. Ma erano anche stranieri

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In Italia si commemora la liberazione d’Italia ogni 25 aprile come se fosse un lavoro compiuto solo da Partigiani. L’Italia è stata liberata dal dominio nazista e dal fascismo con la partecipazione e l’aiuto anche di un grande esercito formato da stranieri: Indiani, Americani, Inglesi, Australiani, Polacchi, Neozelandesi, Algerini, Marocchini, Tunisini, Brasiliani, Sudafricani, Canadesi, Pakistani ecc. L’evidenzia di questo si trova nei 41 cimiteri militari di ¨caduti in guerra¨ che esistono in tutta l’Italia. Se avete dei dubbi, fatevi  una visita.

Il popolo italiano e gli stranieri

Quando penso che l’Italia “ha inviato” gli italiani in tutti i luoghi del pianeta, come stranieri, a causa della grande emigrazione italiana iniziata intorno al 1850 e non ancora finita, e che questa stessa Italia ha sconfitto il fascismo e recuperato la cosa più sacra di un Essere Umano e di un Paese che è la libertà, avvalendosi anche della collaborazione di un esercito straniero, mi viene subito in mente che il rapporto con gli “stranieri”, che oggi vivono o cercano di vivere in Italia, dovrebbe essere diverso. Completamente diverso. Dovrebbe essere migliore e più dignitoso.Non parlo solo del rapporto tra gli stranieri e il governo italiano. Parlo soprattutto del rapporto con il popolo Italiano.

Repulsione verso gli stranieri

Come straniero e abitante di questo bel Paese, vedo oggi in Italia un fortissimo sentimento di repulsione nei confronti di queste persone. Questo sentimento si traduce in parole, gesti, mancanza di aiuto spontaneo, selettività, mancanza di interesse e finisce con il disprezzo.

In quasi 10 anni di vita e di lavoro in Italia, direttamente con gli stranieri e con gli italiani, avendoli come subordinati e spesso anche subordinando me stesso a loro, non ho mai sentito da un italiano frasi come: “…ho adottato una famiglia di stranieri. Il mio obiettivo è quello di integrarli il più presto possibile”; ¨… sto insegnando a uno straniero a parlare italiano”; “… oggi accompagnerò una famiglia dal medico di famiglia affinché possa essere meglio assistita”. E così via.

Ma perché non lo sento? Non sento perché l’Italiano medio non lo fa. E perché non lo fa? Forse perché non conosce la sua propria storia oppure perché non ha memoria.

 

Recentemente ho ascoltato da un conoscente che si è laureato come filosofo in Italia, ha studiato latino e  conosce bene la cultura dell’antica Roma, una possibile risposta alla mia domanda: secondo lui, un Italiano si comporta ancora come un Romano dell’antica Roma dove gli stranieri erano schiavi e venivano qui semplicemente per servirli. A questo modo di vedere, a questa “mentalità”, che lui chiama ¨comportamento Impero Romano¨, attribuisce l’attuale comportamento di numerosi italiani.
E lei, cosa ha fatto concretamente per gli stranieri che vivono in Italia? Conosco già la sua risposta: “questo non mi riguarda. Non tocca a me. È un problema del governo Italiano, un problema che un giorno sarà risolto e meglio affrontato”.

Bravo. Forse la sua nazionalità dovrebbe essere Romana, non Italiana.

Credits © Rogerio Antonio Loyola

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