In relazione al processo di invecchiamento, l’immigrazione è un importante, anche se parziale, rimedio. Infatti, gli stranieri in Italia, la cui età media è di 32 anni (contro i 44 degli italiani), sono caratterizzati da una forte incidenza di persone in età lavorativa (78,8%), mentre gli over 65 sono solo il 2,3% (contro il 25% della popolazione italiana). I cittadini stranieri anziani sono 1 su 100. Alla luce di tutto ciò, gli immigrati rappresentano un vero e proprio “ammortizzatore” demografico e produttivo.
In linea con le recenti tendenze, i Paesi dell’Europa dell’Est rimangono la principale area di provenienza dei flussi migratori in Italia, con un picco nel 2007 a seguito dell’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea.
Nel mercato del lavoro italiano attualmente gli immigrati costituiscono un decimo della forza lavorativa e questa importanza è decisiva in diversi settori produttivi. I lavoratori stranieri hanno un alto tasso di attività (71,4% contro il 61,4% degli italiani), dovuto a una maggiore disponibilità a svolgere un lavoro spesso tralasciato dagli italiani, anche in tempi di crisi. Gli immigrati, quindi, svolgono un ruolo complementare. Vale la pena ricordare che gli immigrati, che contribuiscono al prodotto interno lordo (PIL) con più dell’11%, rappresentano una soluzione al problema piuttosto che la causa del problema. Diversi studi hanno evidenziato il ruolo complementare dei lavoratori immigrati, in grado di facilitare il miglioramento delle opportunità di lavoro per gli italiani stessi. Così, se la forza lavoro straniera cessa di aumentare, i settori produttivi che non attraggono più gli italiani (agricoltura, edilizia, assistenza alle famiglie e altri servizi) saranno in grave difficoltà.
Inoltre, gli immigrati portano nelle casse pubbliche più di quanto non usino come beneficiari di prestazioni e servizi sociali. Il rapporto tra la spesa pubblica utilizzata a favore degli immigrati e le imposte riscosse dagli stranieri risulta a favore dello Stato italiano. Un altro aspetto positivo del fenomeno migratorio è la questione della previdenza sociale, in quanto gli stranieri garantiscono un contributo previdenziale consistente (oltre 7 miliardi all’anno) senza ricevere la corrispondente pensione, il che ha permesso il riequilibrio del bilancio previdenziale. Attualmente, tra gli immigrati, i pensionati rappresentano 1 ogni 30 residenti, mentre tra gli italiani 1 ogni 4. Nel 2025, tra i cittadini stranieri ci sarà solo 1 pensionato ogni 12, mentre tra gli italiani il rapporto sarà di 1 ogni 3 (due italiani che lavorano per pagare 1 pensionato italiano).
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Dopo due lauree in Brasile presso l’Università di São Paulo ha maturato la sua esperienza professionale nel settore bancario in Brasile, Inghilterra e in Italia presso varie Banche Brasiliani. Discendente di una famiglia italiana di Parlemo e Chieti, è un appassionato della cultura e del popolo Italiano. Vive in Italia da 10 anni dove ha avuto il privilegio di conoscere la sua ex insegnante di italiano, la signora Terranova, e la sua opera.