
Emergenza Coronavirus in Uganda

Coronavirus, una sofferenza pandemica dove pure genera la vita
Solidarietà In Italia e …
In questo tempo di pandemia da coronavirus, molti sono i sentimenti che sorgono nella nostra mente. Emozioni varie, desideri, limiti … Una cosa certa è che questa pandemia ha risvegliato pure molte idee positive che c’erano anche prima, ma forse dormienti. I bambini avranno sofferto pure la mancanza di libertà all’aperto per via del lockdown, ma mai come ora han goduto la vicinanza dei loro genitori. Quante famiglie che prima si e no si salutavano, ora si sono radunate alla sera alla stessa ora per salutarsi, per cantare, suonare, per aiutarsi a sostenersi gli uni con gli altri per portare insieme il peso del dolore … I propri cari sono diventati ancora più cari dopo che sono stati consegnati all’operatore sanitario e non si è potuto seguirli più. Il dramma più forte che ha scosso anche le coscienze dormienti e meno sensibili le “chiese chiuse“. Quanti Sacerdoti si sono industriati per essere vicini ai loro parrocchiani confessioni sulla strada e in macchina, processioni del Santissimo Sacramento per le vie della città! Quanta solidarietà si è risvegliata per aiutare chi era nel bisogno. Qualcuno si era inventato pure il cestino della solidarietà “metti o prendi” e subito molti hanno fatto lo stesso in Italia e in altri Paesi. Forse noi Italiani con ci siamo mai voluti tanto bene come adesso.
in Uganda
Questo virus è arrivato anche da noi in Uganda. il Governo se l’aspettava perché i Paesi vicini avevano già persone infette e decessi. Quasi subito hanno chiuso le scuole e i luoghi pubblici, negozi e mezzi pubblici e privati. Un impiego di forze è stato impegnato all’aeroporto perché da lì arrivavano turisti dall’Europa e dai Paesi arabi già infetti. Dal Kenia, dal lago Vittoria, dal Congo e dal Sudan sono stati messi posti di blocco, ma qua e là sono sorti piccoli focolai dell’infezione. Solo il Signore sa come le cose si evolveranno in questo Paese già martoriato per tanti anni da guerre di regimi crudeli. Ufficialmente i negozi di generi alimentari sono aperti, ma i movimenti limitati. La chiusure di scuole e di posti pubblici ha lasciato senza lavoro tante persone, che vivevano a giornata o maestri che lavoravano in scuole private. La zona in cui opero è rurale, ma non tutti possiedono una terra in proprio.
Povertà e fame si sono associate in questa pandemia
Molti dei nostri bambini sono orfani custoditi da nonni o nonne. Chi è fortunato ha ancora un genitore e sono in genere vedove che lavorano i campi altrui ma che ora sono costrette a rimanere a casa … Il nostro servizio rivolto ai bambini tiene conto normalmente anche delle loro famiglie quando sono in difficoltà. Abbiamo avuto la fortuna di poterli aiutare prima della chiusura totale. Siamo rimasti chiusi per un mese circa, ma poi abbiamo aperto il telefono per le “emergenze”. Solo le motociclette avevano il permesso di circolare, così per le chiamate più urgenti andavano i maestri a portare un po’ di viveri. Lucia, cieca e vedova con 3 figli, ora non poteva andare più a mendicare in città. Nonna Pina con 3 nipotini ora non può più andare al mercato a vendere le verdure in cambio di qualche spicciolo per comperarsi i fagioli e il grano. Josephine, vedova con 5 figli, aiutava a pulire le pentole nelle scuole, che sono chiuse da mesi, per cui ora non ha un soldo. In questo periodo le chiamate si intensificano perché gente che conosciamo, che aveva qualche lavoretto che ora non possono portare più avanti perché bloccati.
Credits © Suor Maria Marrone
Suora Missionaria Comboniana in Uganda


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